I dati sull’ambiente dell’Annuario Scienza e Società 2013

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di Silvia Caprioglio

Qualità dell’aria, interesse per scienza e ambiente, dipendenza energetica, fonti rinnovabili, produzione e smaltimento dei rifiuti. Sono alcuni degli indicatori riportati dall’Annuario Scienza e Società 2013, giunto quest’anno alla nona edizione, curato dall’osservatorio di ricerca indipendente Observa Science in Society di Vicenza.

L’ente, che da anni porta avanti studi e riflessioni sui rapporti tra scienza e società, ha raccolto ed elaborato dati messi a disposizione da istituzioni nazionali ed europee. “L’ambizione è di contribuire a promuovere un dibattito aperto e informato tra ricercatori, cittadini e policy maker”, spiegano da Observa. Come ogni anno – continuano dall’istituto di ricerca vicentino – l’Annuario mette a disposizione in forma dettagliata e accessibile una raccolta ragionata di dati provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali”.

http://www.observa.it/?lang=it

Dagli indicatori analizzati emerge la preoccupazione degli italiani per la qualità dell’aria: secondo il 91% è un problema da prendere seriamente in considerazione, ancor più se si pensa che la percentuale nel 2009 si attestava sull’83% e che nell’Europa a 27 è invece una preoccupazione per una porzione considerevolmente minore, il 68%. Il capoluogo di provincia con la qualità dell’aria peggiore è Torino (dato relativo al 2011), con ben 158 giornate in cui si è registrato uno sforamento dei limiti di Pm10. Più incoraggiante è invece il dato a livello nazionale sul fronte della produzione di gas serra pro capite: l’Italia è al 18º posto in Europa con 8,3 tonnellate per abitante, sotto la media europea delle 9,4 tonnellate.

Tra gli italiani l’interesse per le pubblicazioni a tematica ambientale evidenzia una crescita, a dispetto della crisi dell’editoria: i lettori di mensili di scienza e natura sono in aumento, National Geographic aveva 1 milione e 68 mila lettori nel 2010, che nel 2012 sono saliti a1 milione e 474 mila, Airone è passato da 761 mila lettori a 855 mila, Geo da 463 mila a 478. All’interesse green dei cittadini fanno però da contraltare indicatori non certamente incoraggianti. Se si considera ad esempio il tasso di dipendenza energetica, cioè il rapporto percentuale tra l’importazione netta e il consumo lordo di energia, l’Italia è al 24º posto su 27, con un rapporto tra importazione e consumo dell’83,8%, contro una media europea del 52,7% nel 2010. In quanto a energia rinnovabile, invece, la percentuale rispetto al consumo finale era in Europa del 12,5% nel 2010, con l’obiettivo per il 2020 del 20%, mentre in Italia nello stesso anno il valore era del 10,1%, con un obiettivo del 17% nel 2020.

Anche per quel che riguarda la produzione di rifiuti, infine, i risultati raggiunti dal nostro Paese lo collocano in una posizione arretrata, con dati negativi su tutti i fronti: in Italia nel 2010 sono stati prodotti 531 kg di rifiuti per abitante, 254 chili sono stati smaltiti in discarica, 76 inceneriti, 105 riciclati, mentre in Europa i chili totali prodotti sono stati 502 pro capite, quelli finiti in discarica 186, all’inceneritore 108 e i riciclati 121.

 

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