Storia orale: un metodo innovativo per la comunicazione ambientale?

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di Silvia Musso

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Negli ultimi 5 anni l’Historic New Orleans Collection (THNOC), centro di ricerca dedicato allo studio e salvaguardia della storia e della cultura di New Orleans e della regione statunitense del Golfo del Messico, è stato impegnato in un esteso lavoro di storia orale per documentare le conseguenze del disastro ambientale dell’Uragano Katrina in Louisiana.

Questo evento fu per gli USA non solo un disastro ambientale, ma anche un grosso evento mediatico. L’informazione che proveniva in tempo reale dai luoghi della catastrofe mostrò però delle carenze. «Molti giornalisti – afferma Mark Cave, storico orale che ha coordinato il progetto – recatisi da tutto il mondo a New Orleans, si limitavano a mostrare un quadro della situazione caratterizzato da una cattiva e sottodimensionata risposta da parte dei corpi governativi all’emergenza».Il risultato fu una chiusura da parte delle stesse agenzie e istituzioni che decisero di non dare più dichiarazioni. In questo contesto caratterizzato quindi da un lato da una sovraesposizione mediatica e, dall’altro, da un vero e proprio buco nella precisa documentazione e comunicazione degli eventi, è intervenuto THNOC con un ambizioso progetto di storia orale basato sulla raccolta di testimonianze dirette e di interviste di chi aveva partecipato ai soccorsi. Questo progetto può essere visto come il frutto di una comunicazione ambientale del post disastro che non è solamente un triste resoconto di quanto successo, ma un modo per dare risposte, per apportare miglioramenti e per comunicare le situazioni di rischio.

Grazie infatti alle oltre 600 interviste raccolte tra il personale del New Orleans Fire Department, del Disaster Medical Assistance Team e del Louisinana department of Wildlife and Fisheries, per fare alcuni esempi, «questo progetto – afferma ancora Cave – ha contribuito molto a evitare il costituirsi di ulteriori lacune comunicative, poiché registrare i loro racconti quando la memoria degli eventi era ancora relativamente vicina e chiara ha fornito un efficiente metodo per indagare un evento storico come Katrina. Un tale progetto può infatti essere molto utile per le istituzioni perché pone l’attenzione sulle esigenze post-disastro della comunità e offre allo storico orale un ruolo unico e una responsabilità ambientale oltre che documentale».

Il progetto si è sviluppato secondo due linee: un esteso programma di storia orale incentrato sulle esperienze dei primi soccorritori e un documentario fotografico finalizzato a catturare il livello di caos lasciato dall’uragano e la successiva e faticosa ricostruzione. Alcune selezioni di questi progetti formano il cuore di Katrina + 5: Documenting Disaster. I risultati sono stati pubblicati sul sito web del centro, uno strumento molto ben strutturato che ospita, tra l’altro, un’ampia galleria fotografica e una cronologia interattiva, una serie cioè di mappe storiche meteorologiche sulla formazione degli uragani nella zona negli ultimi 200 anni. È possibile inoltre vedere alcune interviste video attraverso il canale You Tube channel, THNOCVIDEO.

Questi tasselli che contribuiscono a fornire un quadro della sfaccettata storia della catastrofe ambientale che colse impreparata New Orleans, dimostra come sia possibile utilizzare la metodologia della storia orale per l’analisi di un disastro ambientale. Il progetto che ne è derivato è stato un ampio resoconto dell’uragano Katrina a partire dalla sua formazione per arrivare alle sue conseguenze socio-ambientali.

Sarebbe molto interessante riflettere sulle possibili applicazioni della storia orale nella comunicazione ambientale per porre l’attenzione sulla memoria dei disastri, per imparare da cosa successo prima, durante e dopo l’uragano e per dare senso alle vite umane che si sono trovate coinvolte.

Per ora lasciamo il discorso in sospeso sperando di poterlo riprendere ancora. Quello che è sicuro è che THNOC, consapevole dell’importanza della memoria storica e sensibile alle tematiche ambientali, è alle prese con un nuovo progetto “All things both great and small”, per documentare l’impatto della fuoriuscita di petrolio dal Deepwater Horizon sulla natura della Louisiana attraverso le interviste alle persone che hanno preso parte alle operazioni di salvataggio.

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