Come è stato il 2016 per l’ambiente? E come sarà l’anno nuovo?

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Il 2016 è stato l’anno più caldo della storia – almeno da quando si rileva la temperatura con criteri scientifici –, come ha riportato il Rapporto dell’agenzia meteo dell’ONU per la Cop22 (nonostante il negazionismo climatico del neo Presidente Usa Donald Trump…). Le principali cause sono, da una parte, l’intensa corrente proveniente dal Pacifico sudorientale chiamata El Nino; dall’altra, l’intensificarsi delle attività antropiche.

Inoltre, l’ambiente in Italia fa notizia, anche se la stampa è ancora poco green. È il dato che abbiamo commentato qualche articolo fa, analizzando il Rapporto 2016 “L’informazione ambientale in Italia, promosso da Pentapolis Onlus, in occasione del 3° Forum nazionale “Ambiente tra informazione, economia e politica”.

Sono notizie poco confortanti, a maggior ragione proprio nell’anno che celebra i 150 anni dell’ecologia. Infatti, era il 1866 quando il biologo tedesco Ernst Haeckel coniò il termine “ecologia” per designare quella disciplina che studia gli esseri viventi nel loro rapporto con l’ambiente. Una parola che negli anni a venire ha assunto una valenza notevole, fino a diventare il concetto chiave della tutela ambientale e dell’equilibrio con la natura. Ne ha parlato, tra gli altri, Alberto Basset, presidente della Federazione delle Società Europee di Ecologia, su Radio3.

2017 green

Verde speranza

Tuttavia, ci sono state anche delle buone notizie sul fronte della sostenibilità ambientale. Una di queste è che la green economy italiana è fra le migliori in Europa, come rileva Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nella Relazione sullo stato della Green Economy 2016.

Cosa ci riserverà, infine, l’anno nuovo? Per esempio, il quotidiano La Stampa ci informa che Pantone – l’azienda leader nella gestione dei colori nel mondo dell’industria e della chimica – ha eletto il “greenery” come colore del 2017. Si tratta di una tonalità che mischia il verde e il giallo simboleggiando una filosofia “ambientalista”.

Certo, vestirsi di verde non sarà affatto necessario per arrestare il cambiamento climatico. Ma può essere un segnale del cambiamento di mentalità della società.

Fabio Dellavalle

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