Correre per mantenere pulito l’ambiente: per CORIPET è metafora del riciclo

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di Francesca Davoli

Giancarlo Longhi è il Presidente di CORIPET, il consorzio per il recupero delle bottiglie in PET. Coripet, che ha come mission aziendale l’ottimizzazione e la valorizzazione del ciclo di vita dei contenitori in PET per liquidi alimentari, ha aderito a #Pulisciecorri adottando un pezzo di tappa. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

  •  Cosa vi ha spinto a sostenere l’evento “Pulisci e Corri”?

Innanzi tutto ci ha spinto l’originalità dell’iniziativa. L’abbinamento tra una attività sportiva, che ha in sé i valori della pulizia, della tutela del proprio corpo, della felicità di inserirlo in un contesto di riscoperta del paesaggio attraverso il mezzo di locomozione più naturale che ci sia, lo spostamento con le proprie gambe. Poi l’attenzione all’ambiente come conseguenza naturale dello spostarsi e del movimento. Tutto ciò che ci circonda e che vogliamo trovare intatto, abbinato anche a ciò che ci da fastidio: il mancato rispetto attraverso l’inquinamento e la contaminazione. Di cui l’abbandono dei rifiuti è l’esempio più negativo, in quanto gesto consapevole e quindi molto più grave ed irresponsabile.

Infine la rappresentanza dei nostri consorziati: le acque minerali anzitutto. Ciò di cui è fatto il nostro corpo in grande maggioranza e che richiede di essere costantemente riequilibrato con le giuste componenti di minerali apportate da quelle acque che la natura generosamente ci ha fornito. E accanto ai produttori di acque minerali, i riciclatori delle bottiglie di plastica a fine vita. Un classico esempio di riutilizzo e di reimpiego “dalla culla alla culla”. Il riciclo delle bottiglie per farne altre bottiglie. Anche la tanto vituperata plastica, che, se raccolta in maniera intelligente, può tornare ai suoi impieghi originari. La prima filiera chiusa della plastica. Con tanto risparmio di energia e di materiale vergine. Per Coripet il nuovo Consorzio del riciclo delle bottiglie in pet, é anche l’immagine di un nuovo settore industriale che vuole “CORRERE” mantenendo “PULITO” l’ambiente.

  • Che valore ha per voi la pulizia dell’ambiente in cui vivete?

In una scala da 1 a 10 diamo valore 11. Ha tante valenze. Siamo i rappresentanti di un prodotto naturale per eccellenza e di un progetto industriale di valorizzazione massima di un bene a fine vita secondo il principio basilare della vita quotidiana: non si butta niente e tutto può trovare un nuovo utilizzo. Non solo la pulizia dell’ambiente quindi, in quanto antiestetica e a volte dannosa per la salute, ma un progetto industriale che vede coinvolti soggetti sensibili alla tutela dell’ambiente e  delle risorse naturali che vogliono realizzare un progetto di massima valorizzazione di un bene (la bottiglia) a fine vita, ridandogli, per davvero e non per slogan, un’altra vita e così all’infinito. Questo il valore per Coripet e per i suoi consorziati.

  • Come pensate si possano modificare le abitudini delle persone riguardo il problema del littering?

Il littering o per dirlo più chiaramente l’abbandono dei rifiuti è pratica non solo sconsiderata ma anche poco intelligente, perché vuol dire sporcare e sprecare risorse. Nel caso delle bottiglie di plastica al danno estetico si assommano, come è facile intuire, danni anche maggiori. Molti parlano della famigerata “isola della plastica” nessuno o quasi punta il dito sui veri responsabili, cioè coloro che hanno come attività ludicamente irresponsabile il “littering”. Non vi sarebbero rifiuti se qualcuno non li abbandonasse; non vi sarebbero isole di plastica se vi fossero cittadini responsabili e sistemi di ripresa degli imballaggi altrettanto efficaci ed efficienti come la distribuzione dei prodotti imballati. Quindi la soluzione, accanto alla doverosa attività di comunicazione ed educazione, risiede in una differente organizzazione della raccolta. Più vicina ai cittadini e magari anche ai sistemi di distribuzione delle merci. Poi un passaggio soft da sistemi vessatori a sistemi premiali, in cui i comportamenti virtuosi siano effettivamente considerati tali e quindi incentivati con riconoscimenti e premi di varia natura, anche di natura economica.

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