Addio al carbone: la exit strategy secondo WWF

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Il governo di Matteo Renzi sostiene che grazie al referendum costituzionale si taglierebbero i costi della politica per una cifra di 500 milioni di euro. Ma esistono tanti altri modi per tagliare le spese di uno stato che basa la sua economia ancora sulle fonti fossili (benché le rinnovabili siano in netto aumento, siamo d’accordo). In particolare, secondo il WWF, il carbone s’ha da abbandonare. E per farlo, guadagnandoci non solo in termini ambientali ma anche economici, l’associazione ambientalista ci spiega come.

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Chi inquina paga

Nello studio denominato “Politiche e misure per accelerare la transazione energetica e l’uscita dall’uso del carbone nel settore elettrico”, il WWF sostiene che per ogni chilowattora di energia generata a carbone le emissioni di CO2 sono pari a 870 grammi contro i 370 grammi del gas naturale e le emissioni nulle delle energie rinnovabili.

Così l’associazione ambientalista, analizzando i paesi europei che hanno già iniziato a sviluppare politiche e provvedimenti nazionali da affiancare alle normative europee esistenti, ha sintetizzato in tre strumenti la sua proposta per abbandonare progressivamente il carbone:

  1. l’introduzione di strumenti fiscali per garantire il principio del “chi inquina paga” almeno sino a quando la direttiva sull’emission trading non tornerà a dare segnali di prezzo significativi sui mercati;
  2. la programmazione della chiusura delle centrali, un via d’uscita d’accordo con le diverse parti sociali, in modo da stabilire tempi certi per l’uscita dalla generazione a carbone e garantire un’equa transizione anche per i lavoratori impiegati nelle centrali;
  3. l’introduzione di nuove regole per la finanza, coerentemente all’Accordo di Parigi.
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Una cava di estrazione del carbone in Wyoming, USA

L’introduzione di un meccanismo fiscale a carico delle centrali termoelettriche a carbone, secondo cui ogni tonnellata di CO2 costerebbe 20 euro che diventerebbero 30 euro nel 2022, permetterebbe di tagliare le emissioni dell’8 per cento entro il 2020 assicurando maggiori entrate per lo stato pari a 800 milioni di euro l’anno. Un impatto paragonabile a circa lo 0,25 per cento delle entrate tributarie nazionali.

Inoltre, un’uscita graduale avrebbe il vantaggio, secondo lo studio, di poter impostare un’equa transizione per i 2.500 lavoratori oggi impegnati nelle centrali. Un modo questo per onorare gli impegni presi dal presidente del consiglio in numerose occasioni, a partire dagli Stati generali sul clima del giugno 2015, prevenendo situazioni di tensione sociale.

Dante, Colombo e Garibaldi testimonial contro il carbone

Insieme allo studio, Wwf ha lanciato per l’occasione una campagna comunicativa a proposito. Cos’hanno in comune Dante Alighieri, Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi? Tutti e tre hanno inventato un nuovo futuro e per questo sono i protagonisti della campagna Dacci retta, il nuovo video del Wwf contro il carbone. “Col suo impatto distruttivo sul clima il carbone mette a rischio l’avvenire delle future generazioni che si troveranno a dover affrontare gli effetti sempre più devastanti del cambiamento climatico”, racconta il video.

Il video, realizzato da Fabrizio e Claudio Colica, vuole far riflettere sull’importanza dell’innovazione e del cambiamento, intesi come opportunità di crescita e superamento di un passato ormai obsoleto. Con il loro stile ironico, i fratelli Colica riescono a trasmettere il più semplice dei messaggi: il carbone è semplicemente superato ed è tempo di farne a meno.

Maurizio Bongioanni

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