Da Torino il progetto “fa bene.” contro lo spreco alimentare

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Il progetto fa bene è un sistema che nasce con l’obiettivo di recuperare le eccedenze alimentari invendute, oltre che le donazioni spontanee degli acquirenti all’interno dei mercati rionali, per gestire la redistribuzione a famiglie in difficoltà economica, in cambio di azioni di “restituzione” nella comunità locale. Una rete di azioni per combattere lo spreco alimentare.

L’impegno delle parti è regolato da un patto di reciprocità che sancisce il ruolo attivo dei vari attori all’interno del processo. In particolare, le famiglie sostenute dal progetto sono chiamate a “restituire” nella comunità tempo, lavoro e capacità, superando le logiche tradizionali di assistenzialismo e favorendo il reinserimento sociale e professionale.

I punti chiave del progetto sono l’approccio sistemico in cui le interazioni dei vari soggetti generano un beneficio collettivo per la comunità, l’accesso ad alimenti sicuri, nutrienti e freschi, anche per quelle famiglie che a causa di problemi economici sarebbero costrette a compiere scelte alimentari meno equilibrate, ed infine la ricerca della sostenibilità massimizzando l’impatto sociale e le ricadute positive sull’ambiente.

Scegliere il mercato come luogo di partenza per l’attuazione di un progetto di innovazione sociale significa, da un lato, tenere in considerazione il rapporto fra alimentazione e salute e, dall’altro, inserirsi in un contesto storicamente connotato.

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Le forme di sostegno alimentare attuate nei contesti di difficoltà economica si concentrano spesso su donazioni di alimenti a lunga conservazione. fa bene.”, invece, concentra la sua attenzione prevalentemente sul cibo fresco, rispettando i principi di un’alimentazione equilibrata. Inoltre, all’interno del contesto urbano il mercato ha da sempre assunto un ruolo sociale forte: è per eccellenza il luogo in cui si stabiliscono le relazioni ed avvengono gli scambi tra molteplici attori.

Il target a cui si rivolge il progetto “fa bene.”  non è costituito unicamente dalle famiglie in difficoltà che attraverso l’implementazione del progetto possono accedere a cibo fresco in cambio di attività di “restituzione”. Per i commercianti la spesa solidale genera aumento delle vendite, rafforza la coesione con l’acquirente e permette di beneficiare di un ritorno di immagine positivo, contrastando il calo delle vendite subito negli anni a causa delle dinamiche della grande distribuzione.

Gli operatori e gli addetti alla logistica hanno un tornaconto diretto in quanto il progetto permette di attivare contratti di lavoro o forme di sostegno al reddito. Le associazioni attive sul territorio rientrano a tutti gli effetti tra i destinatari del progetto: esse vengono chiamate a dare sostegno all’iniziativa divulgando e sostenendo il progetto, adempiendo così alla funzione sociale che le identifica. La comunità tutta beneficia infine delle azioni di “restituzione” e quindi di risorse in termini di tempo e capacità, nonché di un rafforzamento dei legami umani.

 

Redazione

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