Con l’83% di raccolta differenziata il 4K è stato davvero “eco”

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Successo per il progetto di sostenibilità applicato all’endurance trail svoltosi dal 2 al 10 settembre in Valle d’Aosta, che ha permesso di recuperare oltre tremila chili di rifiuti grazie a oltre 70 eco-volontari.

L’83% di raccolta differenziata, con oltre tremila chili di rifiuti raccolti in tutte le basi-vita, i rifugi, i punti ristoro e lungo l’intero tracciato del 4K Endurance Trail, svoltosi in Valle d’Aosta dal 2 al 10 settembre.

Questa la fotografia del successo del progetto di sostenibilità 4Keco, realizzato in partnership tra l’organizzazione dell’evento e AICA – Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale e grazie al sostegno di diversi operatori di primo piano del settore ambientale: i Consorzi nazionali CiAl (alluminio) e Ricrea (accaio); Tetra Pak Italia; Virosac (sacchetti), MaterBi (sacchetti e stoviglie biodegradabili); Valeco e le ditte De Vizia e Quendoz, oltre alla Cooperativa ERICA.

L’evento ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con la presenza della Sottosegretario all’Ambiente, on. Barbara Degani, alla partenza degli atleti da Cogne lo scorso sabato 3 settembre.

In particolare, grazie al progetto 4Keco, sono state intercettate e avviate al riciclo, secondo le filiere attive in Regione Valle d’Aosta, le seguenti tipologie di rifiuti differenziabili:

– Organico (incluse le stoviglie compostabili): 1.051,5 kg (34% del totale)

– Multimateriale (imballaggi in plastica e metalli): 686,8 kg (22%)

– Carta e confezioni Tetra Pak: 634,6 kg (20%)

– Vetro: 174,7 kg (6%)

– Pile e batterie: 14,3 kg (0,5%)

A fronte di un totale di 2.562 chilogrammi di materiali riciclabili, la frazione indifferenziata avviata allo smaltimento è stata pari a 542 kg (il 17% del totale), inclusi i rifiuti sanitari prodotti dai numerosi presidi medico-infermieristici presenti lungo il tracciato di gara e smaltiti secondo la normativa.

Lo stand 4Keco al village di Cogne presidiato da una volontaria
Lo stand 4Keco al village di Cogne presidiato da una volontaria

Il progetto ha coinvolto oltre 70 eco-volontari, appositamente reclutati e formati per seguire le attività in ambito ambientale, che sono stati impegnati complessivamente per circa 4.000 ore di monitoraggio attivo.

Il presidio da parte dei volontari ha riguardato tutte le basi-vita (Cogne, Valgrisenche, Courmayeur, Ollomont, Valtournenche, Gressoney e Donnas); i “base camp” di Saint-Rhemy en Bosses, Oyace, Champoluc-Ayas e Chardonney; più di 30 tra rifugi, bivacchi e punti-ristoro food&beverage e un servizio “scopa” su molti colli e nei principali punti di passaggio, attraversamento e frequentazione da parte degli spettatori.

Tra le basi-vita, la più virtuosa è risultata quella di Valgrisenche, con oltre il 91% di raccolta differenziata. Questo il dato scorporato:

Posizione Base Vita % RD
1 Valgrisenche 91,3%
2 Courmayeur 89,0%
3 Cogne 86,4%
4 Ollomont 83,0%
5 Gressoney 81,4%
6 Donnas 81,3%
7 Valtournenche 68,4%

«L’aspetto ecologico è stato centrale per il 4K fin dalla sua ideazione: ogni aspetto organizzativo, a partire dalle forniture, è stato valutato anche sulla base dell’impatto ambientale, così come il regolamento della corsa è stato studiato per essere particolarmente attento a eliminare ogni traccia del passaggio degli atleti dall’habitat alpino – commenta Gabriele Accornero, direttore organizzativo dell’Endurance Trail – Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto in questa prima edizione, grazie all’impegno di tutti, a partire dagli oltre 1.500 volontari che hanno preso parte alla manifestazione. La gestione sostenibile della corsa, a partire dai rifiuti, è una sfida difficile: i dati testimoniano come siamo partiti molto bene, per quanto ci siano ancora margini di miglioramento».

Al 4K ha anche preso parte un Team di tre atleti che correvano come testimonial ambientali: Oliviero Alotto, Roberto Cavallo e Roberto Menicucci, tutti e tre risultati finisher al traguardo posto al cospetto del Gran Paradiso, dopo 350 chilometri di corsa e 25.000 metri di dislivello positivo.

«Abbiamo assistito a una manifestazione in cui l’aspetto ambientale è stato indissolubilmente legato all’evento sportivo, con la partecipazione attiva da parte di tutti i soggetti interessati: noi atleti e i nostri accompagnatori, tutta l’organizzazione con i numerosissimi volontari, fino agli spettatori – ha commentato Roberto Cavallo, che è anche presidente di AICA, nonché esperto di rifiuti a livello europeo – Possiamo pertanto affermare che “il trail più duro al mondo” è risultato essere anche il più sostenibile».

Redazione

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