Contro le trivelle arrivano gli “oil man” di Greenpeace

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È probabile che qualcuno di voi li abbia già incontrati in piazza. Stiamo parlando dei volontari  in versione “oil men” entrati in azione in 22 città italiane per ricordare ai cittadini che si avvicina l’appuntamento con le urne del 17 aprile. 
Vestiti di nero e con il volto e le mani sporchi di una sostanza simile al petrolio, i volontari hanno animato dei flash mob per richiamare l’attenzione delle persone, esponendo striscioni con il messaggio “Il mare non si trivella” declinato, di città in città, nel dialetto locale.
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“È paradossale che una sostanza con la quale non vorremmo sporcarci mai sia invece serenamente ammessa nei nostri mari” riporta il comunicato stampa di Greenpeace. “Con una media di 38 milligrammi per metro cubo, il Mediterraneo è il mare più inquinato dagli idrocarburi al mondo”.
E l’associazione ambientalista continua: “Il 17 aprile gli italiani hanno la possibilità di fermare almeno le piattaforme più vicine alle nostre coste. Producono solo il 3% del gas di cui l’Italia ha bisogno, e lo 0,8% del consumo annuo di petrolio. Lo fanno inquinando, e molto. Come dimostra il nostro ultimo rapporto ‘Trivelle Fuorilegge’, 3 piattaforme su 4 non rispettano i parametri ambientali previsti dalle normative”.

Redazione

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