Coinvolgere “l’Umanità” per salvaguardare un bene comune

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di Silvia Musso

Quando lo Stato non riesce a tutelare i beni comuni ambientali e culturali, interviene la cittadinanza attiva con progetti dal basso. Sono sempre più numerosi gli esempi di questo tipo e tra questi spicca “PaestUmanità. Comprare per salvaguardare”, progetto promosso da Legambiente Nazionale, Legambiente Campania e dal circolo Freewheeling di Paestum, e rivolto all’intera umanità per difendere e valorizzare un bene UNESCO.

Paestumanità consiste in un’operazione di azionariato popolare finalizzata ad acquistare i terreni compresi entro le mura della città achea di Paestum, “patrimonio dell’Umanità”, ma per oltre l’80 per cento di proprietà privata e sottoposti a sfruttamento agricolo, nonché ad un gravoso impatto antropico.

Come viene spiegato dai proponenti del progetto, se lo Stato non riesce ad acquisire la titolarità di tutta l’area archeologica interna alle mura per mancanza di fondi e non riesce a tutelarla perché non interviene nel merito delle attività svolte dai singoli sulla sua superficie, si chiede ai cittadini, senza limiti geografici, di raccogliere i fondi necessari per comprare i terreni privati e promuoverne la tutela.

L’adesione al progetto consiste in sintesi nell’acquisto di una Buona Azione, del costo di 50euro. La diffusione della proprietà azionaria sarà così suddivisa tra quanti vogliano contribuire all’acquisto graduale di un Bene dell’Umanità, per sua natura soggetto alla condivisione. Il fine è quello di acquistare un bene comune e rimetterlo nelle mani della collettività, favorendo le indagini scientifiche sul campo, la realizzazione di progetti di valorizzazione che migliorino la conoscenza e la fruizione del patrimonio storico-archeologico e lo sviluppo di forme di autocontrollo dello stato di conservazione dei nostri beni culturali.

Il progetto – che ha già trovato tra i suoi sostenitori importanti nomi del mondo culturale italiano, da Gianluigi Nuzzi a Franco Arminio, di imprenditori, come Roberto Di Vincenzo, AD Symbola, ed Antonio Marino, direttore della BCC di Aquara, accanto ad esponenti delle istituzioni, tra i primi ad aderire il sindaco di Pollica, Stefano Pisani – è stato ufficialmente presentato lunedì scorso 26 marzo 2012 presso l’agriturismo Porta Sirena, nel Comune di Capaccio-Paestum.

Ad illustrare il progetto Gian Antonio Stella, giornalista da tempo impegnato, con il collega Sergio Rizzo, nella denuncia di casi di cattiva gestione del patrimonio culturale italiano. Al suo fianco Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania, e Cristina Di Geronimo, in rappresentanza del circolo Freewheeling Paestum.

La conferenza stampa è stata la prima tappa di un percorso di promozione e comunicazione del progetto che ha come esito finale la “costituzione di una società di gestione del patrimonio immobilariare acquisito i cui soci sono gli investitori non ufficiali”.

«Il punto fondamentale – spiega Valentina del Pizzo, coordinatrice del progetto – è incrementare l’acquisto delle Buone Azioni. Questo ci consentirà di superare la fase attuale di lancio dell’ iniziativa, di naturale organizzazione interna e di investimento economico iniziale per poter procedere quindi con l’individuazione del primo lotto e dunque alla transazione. A quel punto avremmo anche ben chiaro quale tipo di società costituire, anche se per il momento siamo orientati verso la formula della Associazione Temporanea di Scopo oppure una Fondazione. Quello che conta tuttavia è la partecipazione diretta dei soci c.d. ‘non istituzionali’, ovvero di tutti i titolari delle nostre Buone Azioni, a tutte le fasi del progetto ed alle sorti della società o dell’associazione che costituiremo, affinché questo garantisca anche forme di autocontrollo dal basso della gestione patrimoniale, e nella fattispecie del sito archeologico di Poseidonia/ Paestum».

«Il punto di forza di questo progetto, a mio avviso – continua Del Pizzo – è l’applicazione dell’azionariato popolare per la prima volta nell’ambito dei beni comuni: l’uno improntato alla partecipazione allargata, gli altri per propria natura deputati alla condivisione ed assolutamente non frazionabili, costituiscono insieme la perfetta sintesi per sollecitare le migliori forze sociali a scendere in campo. Paestumanità in ultima analisi è un’opportunità per tutti, giovani, enti, associazioni, cittadini pestani e del mondo. In questo senso il crowfunding è un atto di responsabilità. Lo Stato è dei cittadini attivi, se questo tipo di azioni costituiscono il futuro di progetti destinati alla collettività e promossi dalla stessa allora vuol dire che c’è ancora speranza».

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