Il filo di amianto si snoda attraverso il web

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di Eleonora Anello e Silvia Musso

Fase di stallo e di forti incertezze al Processo Eternit. Le parti sociali e le istituzioni stanno valutando se accettare o meno l’offerta economica dello svizzero Stephan Schmidheiny, coimputato al maxiprocesso che si sta svolgendo a Torino. 18,3 i milioni di euro offerti ai comuni coinvolti affinché rinuncino al loro ruolo di parte civile. Alcuni piccoli centri hanno già rifiutato, come Morano sul Po, Pontestura e Balzola (AL). Casale Monferrato si pronuncerà a ore.

Contemporaneamente all’inizio del processo che ha preso il via il 6 aprile 2009, su Facebook si è creato un gruppo in continua espansione di cittadini, composto per lo più da coinvolti direttamente nel procedimento legale o parenti di vittime. Questa rete ad oggi composta da circa 4700 persone, raccoglie informazioni, articoli, riflessioni e aggiornamenti relativi al dibattimento in corso e alla questione amianto in generale.

Processo Eternit, questo il nome del gruppo, è aperto a chiunque e iscrivendosi è possibile dialogare con gli altri membri. Alcuni scrivono per condividere il loro dramma personale e per avere notizie sulle associazioni delle vittime di amianto. Altri utilizzano il social network per tenersi aggiornati sul processo o per dare informazioni utili, anche di tipo logistico. Alcuni riportano i loro sentimenti di vicinanza e solidarietà.

La forza comunicativa del web e di Facebook in modo particolare ha aperto nuove strategie di resistenza e traspare nel processo di coscientizzazione delle vittime di questo disastro ambientale. È uno strumento che si aggiunge a quelli pre-esistenti, come mostre, installazioni, spettacoli, manifestazioni sportive, film, libri e canzoni che è però in grado di connettere con una rapidità mai sperimentata prima persone geograficamente lontane. I limiti spazio-temporali si annullano e la piazza virtuale diventa il luogo di creazione – qui ed ora – della consapevolezza di essere vittime e di avere il diritto di ricevere giustizia.

Persone comuni sfruttano le loro capacità per poter confezionare un messagio che possa in qualche modo perorare la causa. È il caso de “Il Base”, uno degli ultimi arrivati del movimento di cittadini che ci racconta la sua esperienza: «Ho sempre seguito in modo marginale fino al 16 dicembre 2011(quando la giunta ha scelto di scendere a patti con il diavolo svizzero), data che noi tutti Casalesi ci ricorderemo per molto tempo. Quel giorno qualcosa si è mosso dentro di me, che non immaginavo nemmeno (e ho scoperto di non essere stato il solo)… quella voglia di combattere per la mia città, a fianco dei miei concittadini per il futuro dei miei figli, per difendere la memoria delle nostre vittime e perché credo ancora nella giustizia; e quale miglior modo di dare una mano in questa battaglia se non tramite il mio apporto creativo? E visto che comunico meglio attraverso le immagini che non con le parole…sono 22 anni che lavoro nel campo della grafica e della comunicazione e come volontario cerco di mettere a disposizione le mie capacità anche per dare una ventata d’aria nuova e più efficacia a un modo di fare comunicazione ancora molto istituzionale».

1 commento su “Il filo di amianto si snoda attraverso il web”

  1. La prossima udienza del Processo Eternit, l'ultima, è stata fissata dal giudice Giuseppe Casalbore per lunedì 13 febbraio 2012 alle ore 9.00 nella maxi-aula 1 del Palagiustizia di Torino.

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