Lo IED per Gaza: i futuri architetti costruiscono una scuola ecosostenibile

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di Annalisa Tancredi

Una struttura didattica a ridotto impatto ambientale nel cuore del Parco Michelotti di Torino: “Pensare verde, costruire sostenibile” sono le sue fondamenta e a realizzarla sono stati gli studenti del Master in Sustainable Architecture dell’IED – Istituto Europeo di Design, nel corso del workshop “Una scuola sostenibile”.

Il modello di ecosostenibilità in scala reale sarà presentato agli occhi della stampa venerdì 7 ottobre alle ore 13:00, all’interno del Parco torinese dove è stato originariamente realizzato. Nel corso della conferenza “Pensare verde, costruire sostenibile” interverranno l’Assessore all’Ambiente della Città di Torino Enzo Lavolta, il Direttore dell’IED di Torino César Mendoza e il Gruppo Arcò – Architettura & Cooperazione, che ha gestito l’intero workshop di progettazione mettendo in campo la già consolidata esperienza nel settore della bioarchitettura per i paesi in via di sviluppo.

Obiettivo del workshop infatti, è stata la realizzazione di un prototipo di aula didattica eco-sostenibile in scala reale destinata ai territori della striscia di Gaza. Gli studenti della II edizione del Professional Master IED diretto da Mario Cucinella – Studio MCA, hanno dovuto affrontare una duplice sfida: progettare sostenibile ma soprattutto confrontarsi con il territorio in cui si opera e analizzare le risorse che esso può limitatamente offrire in circostanze avverse.

Si è reso necessario per gli studenti, quindi, l’apprendimento di tecniche specifiche di costruzione, condizionate dalla povertà, dai materiali reperibili e dalla forza lavoro disponibile in loco. Le principali metodologie utilizzate sono ad esempio il riciclaggio di materiali, come il riuso di copertoni dismessi di automobili e sacchi di terra per la costruzione del muro perimetrale (già sperimentata dal Gruppo Arcò con il progetto “Una scuola di Gomme”); o l’impiego di travi di legno e terra per la copertura della struttura. Inoltre fondamentali sono le tecniche di assemblaggio dei materiali a basso contenuto tecnologico, particolarmente versatili e rapide ma perfette per le prestazioni bioclimatiche rese.

Per alcuni giorni i giovani futuri architetti si sono messi all’opera ed hanno concretamente plasmato il frutto di un affinato lavoro di intelletto e funzionalità. In un contesto in cui il progresso non ha ancora estinto la naturale ed elementare manualità, bisogna assumere un nuovo punto di vista rispetto alla funzionalità di un oggetto, tale da convertire uno pneumatico in un laterizio.

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