Quando il teatro è fatto di spazzatura…

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di Annalisa Audino

Detta così potrebbe trarre in inganno e sembrare una dura critica al contemporaneo mondo teatrale, invece è una originale idea, assolutamente da copiare nel mondo dell’edilizia ecosostenibile. Il messaggio è semplice e diretto: oggi nulla è più da buttare. Proprio nulla.

Lo stanno dimostrando a Londra due artisti, Martin Kaltwasser e sua moglie Folke Köbberling, alle prese con la costruzione e il mantenimento dello Jellyfish Theatre, al 25 di Union Street, il primo teatro ricavato esclusivamente da rifiuti riciclati. Non si tratta solo di qualche asse di legno recuperato o di qualche lampada di plastica riciclata: l’opera, la cui vita si protrarrà per soli due mesi, è stata pensata e progettata dai due esponenti della junkitechture, ovvero l’arte di costruire con i rifiuti, come un vero e proprio assemblaggio di rifiuti di ogni genere. Vecchie scenografie teatrali, stoffe, cassette del mercato, cucine e salotti recuperati dalle discariche, scarti di cantieri edili, bottiglie e lattine: tutto si è rivelato fondamentale per raggiungere l’obiettivo del progetto, ossia costruire un grandioso teatro dove saranno ospitati due spettacoli dedicati ai mutamenti climatici del nostro pianeta, Oikos di Simon Wu e Protozoa di Kay Adshead. Inaugurato verso la fine di agosto, il teatro sarà demolito a metà di ottobre e i materiali nuovamente riutilizzati.

«Semplicemente diamo valore alle cose che secondo la maggior parte delle persone non ne hanno più – spiegano gli artisti – Il nostro processo inverte i normali iter dell’economia, rendendo funzionali i materiali che potrebbero sembrare inutilizzabili. Sia chiaro: le norme di sicurezza saranno tutte rigidamente rispettate e la tecnologia sarà avanzata. Il nostro teatro, infatti, avrà un innovativo sistema di celle a combustibile per produrre la necessaria quantità di energia e sfrutterà un sofisticato sistema di illuminazione capace di sfruttare al massimo la luce naturale del giorno. Potremo ospitare fino a 120 persone: pensate al messaggio che riceveranno. Saranno in un teatro fatto di materiali che secondo i normali criteri avrebbero buttato via!».
La sinergia non è stata solo con il ciclo vitale dei materiali, ma anche con la società londinese: collaborano infatti al progetto numerosi artisti e altre 81 persone, tra cui architetti disoccupati e falegnami.

L’idea di creare un legame tra edilizia e progetti ecosostenibili si sta ormai diffondendo in tutta Europa: dagli hotel che tentano di produrre energia con le cyclette ai camping ecosostenibili, si stanno sviluppando nuovi progetti e nuove idee per far crescere la sensibilità della popolazione verso le problematiche ambientali. I progetti di costruzione vera e propria con materiali riciclati quindi non sono che una delle soluzioni ipotizzabili. Tra le occasioni per riflettere sull’argomento si è tenuta la BetOnGreen Hotel di Roma, la prima convention italiana dedicata alla gestione sostenibile delle strutture ricettive, per competere con energia e puntare sul verde. Il prossimo appuntamento sarà il 19 ottobre, con un nuovo evento dedicato alle imprese, alle soluzioni tecnologiche e alle buone pratiche utilizzate per rendere le strutture ricettive più efficienti dal punto di vista energetico, più sostenibili e, quindi, maggiormente competitive sul mercato.

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