Questo grattacielo non s’ha da fare!

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di Eleonora Anello

I grattacieli oggi possono considerarsi simbolo di modernità? In una società che ha riscoperto le giuste quantità, che adotta stili di vita sobri nel pieno rispetto dell’ambiente, edifici alti oltre 170 metri possono rappresentarla? Questi gli interrogativi posti dal Comitato torinese Non grattiamo il cielo, nato per colmare l’assenza di un dibattito costruttivo e ad ampio raggio con i cittadini interessati da importanti modifiche urbanistiche. Le scelte imposte dall’alto, riguardano la costruzione di due grattacieli: uno dell’istituto di credito Intesa San Paolo e l’altro della Regione Piemonte, destinati a modificare lo skyline della storica città sabauda, stagliandosi prepotentemente su quelle montagne che nel 2006 l’hanno resa olimpica.

I torinesi hanno bisogno di un nuovo simbolo in cui identificarsi? Veramente la città godrà di nuova fama? Con tutte le aree dismesse nelle zone periferiche, perchè costruire in centro? Quanto consuma un grattacielo? Sono questi gli investimenti di cui la città ha bisogno? Queste le perplessità che trovano spazio sul sito del fronte del no che aspira a coinvolgere i cittadini nella lotta contro l’edificazione degli “emblemi dell’insostenibilità ambientale” –citando Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e membro del Comitato Scientifico Aica (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale)– affidandosi soprattutto al web tramite attività altamente coinvolgenti, senza però tralasciare la presenza sul territorio che mira a far partecipare i residenti delle zone interessate ai cambiamenti urbani. Una delle ultime inizative in rete prevedeva l’invio di fotografie ritraenti il paesaggio di Torino come appare attualmente dalla propria finestra.

Mercoledì 9 giugno 2010 alla libreria Torre di Abele di Torino, il Comitato si è rivolto alle amministrazioni pubbliche attraverso la divulgazione di un appello promosso in primis da Italia Nostra (Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale) in cui viene chiesto che si ascoltino le voci dei cittadini e le loro preoccupazioni economiche, urbanistiche, paesaggistiche. Il comunicato parte dalla considerazione che il paesaggio urbano, integrato nel suo contesto naturale e montano, è elemento fondamentale del patrimonio collettivo di Torino ed è quindi necessario sostenerlo come bene culturale e bisogno sociale, preciso elemento identificativo per chi vi abita. I due grattacieli rappresentano un forte elemento di discrasia eclatante sotto il profilo della sostenibilità ambientale che negli ultimi tempi la città cerca di perseguire. Non è stata proposta unicamente una pausa di riflessione per poter ripensare i progetti, di cui il comitato offre valide alternative meno impattanti e in grado di ridurre le spese di costruzione, di gestione e di consumi, l’occasione è stata buona anche per rilanciare la petizione su Firmiamo.it e su Facebook.

“Siamo vicini ai tuoi sogni”, afferma nell’ultima campagna commerciale Intesa San Paolo, ma se l’ombra del grattacielo si abbatterà sulla sua città natale si allontanerà di certo ai sogni di quei torinesi che credono che la loro città abbia bisogno di cure e investimenti a passo coi tempi, di scelte e tecnologie sostenibili, di energie rinnovabili. Pubblicando l’opera “Lucia Forte sfida Renzo Piano” di Marco Pece alias udronotto che raffigura il grattacielo in costruzione in Corso Vittorio Emanuele II, realizzato con i mattoncini LEGO, speriamo che la semplicità, l’immediatezza e l’umorismo del suo messaggio possano continuare ad avere funzione divulgativa che avvicini altre persone al dibattito su questi importanti cambiamenti.

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