Un sì tutto ecologico

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di Annalisa Audino

Immaginate la scena: fiori di campo per ornare la chiesa, inviti prodotti con carta riciclata, un ragazzo vestito di lino bianco, una ragazza che lo raggiunge all’altare vestita di biopolimeri di mais biodegradabile e una cena a base di prodotti locali.

Non è lo scenario di un sogno un po’ stravagante, ma un classico matrimonio eco-compatibile per coloro che anche nel giorno più importante non vogliono solo comunicare che l’amore è una cosa meravigliosa, ma anche avere un occhio di riguardo all’ambiente che li circonda e trasmettere un messaggio davvero fondamentale, ossia che ogni occasione è un punto di partenza per la salute del nostro pianeta. E non è finita qui: anche il viaggio di nozze può essere più eco-responsabile se come mezzo si sceglierà il treno e poi la bicicletta o addirittura i propri piedi attraverso il Buthan o magari l’Olanda.

La moda degli ethical wedding arriva direttamente dagli Stati Uniti e tiene conto dell’impatto ambientale e sociale che ogni scelta può comportare. E il nuovo trend è piaciuto anche ai vip: tra le prime eco-spose Stella McCartney che al grido di “essere etici vuol dire dimostrare che il matrimonio non è solo io, io, io” invitava amici e parenti ad interrare piantine nel parco.

Per il matrimonio ecologico è previsto tutto. Bomboniere, inviti e liste di nozze possono essere ordinate presso la stessa bottega in carte ecologiche di juta, di giacinto e di paglia, inchiostri naturali, ceramiche e legni africani. I più zelanti possono sostituire le bomboniere con un investimento per le comunità in via di sviluppo o rinunciare alla tv e alla lavatrice in lista nozze chiedendo agli invitati di versare le medesime somme per contribuire ad un’opera di solidarietà.

Le fedi possono essere acquistate da cooperative composte di persone diversamente abili che creano anelli di materiali non trattati chimicamente, senza l’utilizzo di pietre preziose, dalle linee a metà fra natura e geometria. Oppure possono essere acquistate su internet nella versione greenkarat: fedi prodotte con oro riciclato e diamanti non-conflict, che non provengono da zone di guerra e non sono venduti al mercato nero.

E poi ci sono gli abiti, per gli sposi e per gli invitati: in Italia almeno due proposte eco-friendly. La prima è dello stilista Igam Ussaro, che utilizza materiali tessili dalle caratteristiche termoplastiche creando la linea Eco Fast Dress, dove eco sta sia per ecologico che per economico. I tessuti sono composti di biopolimeri da sintesi di vegetali o da materiali di post-consumo come sacchetti di plastica e vengono saldati, senza cuciture, direttamente sul busto del modello. Il vestito finale è completamente biodegradabile, dal costo dimezzato rispetto ai tradizionali abiti da sposa. La Bottega della Solidarietà di Sondrio ha invece ideato una collezione di dodici abiti da sposa realizzati in Italia con sari filati e ricamati a mano da una cooperativa di donne del Bangladesh.

Anche il cibo infine deve essere etico: servito nello stesso luogo dove si celebrano le nozze, per evitare un dispendio di benzina negli spostamenti, e a base di prodotti biologici o addirittura completamente vegetariano.

E se il matrimonio è troppo costoso, si potrà seguire l’esempio americano di Andrea Parrish e Peter Geyer che per riuscire a pagare il proprio matrimonio del 31 luglio intendono guadagnare il denaro riciclando 400mila lattine. Gli amici hanno già donato alla coppia molte migliaia di lattine e la collaborazione di persone da tutto il mondo ha portato l’ammontare di alluminio da riciclare a quota 91.352. Il programma per la riuscita dell’impresa fa impressione: 57.143 lattine da riciclare al mese, 14.286 a settimana, 2.041 al giorno: questo la media che i due dovranno rispettare per raggiungere il traguardo. Se volete aiutarli potete connettervi al sito www.weddingcans.com.

L’artista E. Moises Diaz ha deciso di fare addirittura di più, utilizzando le lattine riciclate per realizzare le sue surreali installazioni di alluminio e promettendo di donare il 40% del ricavato della vendita del suo progetto artistico più importante a favore della maratona ecologista di Andrea e Peter.

Se volete qualche consiglio verde per il vostro banchetto potete dare un’occhiata qui.

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