La Provincia di Torino mette un freno al consumo di suolo

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di Silvia Musso

In Provincia di Torino dal 1988 al 2006 sono stati consumati 7.500 ettari di suolo, come se fosse stata costruita una seconda Torino. Per far fronte a questa situazione allarmante, la Giunta provinciale, prima in Italia, ha approvato nel mese di febbraio il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento che impedisce la costruzione di nuovi abitazioni e stabili su terreni vergini.

Il Presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, risponde alle nostre domande.

Il Piano Territoriale di Coordinamento ha incontrato il parere favorevole dell’Ordine degli Architetti e di personalità autorevoli, ma la Provincia di Torino come pensa di gestire il rapporto con amministrazioni probabilmente ostili che, come lei stesso afferma, usano il territorio a fini di bilancio?
«Lo schema di Piano è stato accolto in modo favorevole da quasi tutte le amministrazioni locali del territorio. L’ostilità su questo tema non è quindi né generalizzata né esplicita. Comprendo bene ovviamente i problemi di bilancio dei Comuni, ma so anche che i sindaci sono generalmente consapevoli che il consumo di suolo utilizzato per fini di bilancio è un fenomeno destinato a procurare, nel medio lungo periodo, grosse falle nel sistema economico pubblico. Se il consumo di suolo di terreni liberi in un primo tempo fa cassa e produce introiti immediati ai Comuni, nei prossimi anni potrebbe costituire un boomerang in quanto il terreno consumato procura impatti notevoli alle spese comunali. La Provincia di Torino propone una strada che vogliamo condividere con le amministrazioni comunali: ne è dimostrazione la procedura proposta basata sulla copianificazione tra Enti interessati».

A proposito di copianificazione il Piano prevede una campagna informativa o momenti concertazione con amministrazioni e cittadini?
«Nel corso del 2009, sullo schema di piano che già conteneva la proposta di limitazione del consumo di suolo, la Provincia di Torino ha condotto una estesa consultazione coinvolgendo amministrazioni, associazioni di categoria imprenditoriali ed ambientaliste, forze sindacali. Su 315 abbiamo registrato la partecipazione diretta di 262 Comuni. La fase concorsuale è stata quindi un grande momento di partecipazione e confronto con le amministrazioni pubbliche e i vari soggetti interessati. Lo schema di piano è stato inoltre presentato alle associazioni di categoria, in un incontro aperto al pubblico nella giornata inaugurale della Rassegna Urbanistica Regionale svolta a Torino a cura dell’INU Piemonte e Valle d’Aosta. E’ stato anche presentato in occasioni nazionali (Convegno Verona, Venezia) e all’interno dell’Osservatorio Nazionale sul Consumo di suolo. Tutta la documentazione relativa al progetto preliminare approvato è stato inviato alle amministrazioni locali, associazioni di categoria e forze sindacali e presentato alla stampa e agli studenti del Corso di Laurea in Pianificazione Territoriale del Politecnico di Torino. Prossimamente si prevedono un seminario in collaborazione con gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri e un’iniziativa rivolta ai Comuni. A livello nazionale prosegue invece l’attività all’interno del Centro di Ricerche nazionale sul consumo di suolo. Il Progetto Preliminare verrà infine presentato all’interno della Rassegna Urbanistica Nazionale di Matera la prima settimana di marzo».

Quali leve comunicative pensate di utilizzare per sensibilizzare la cittadinanza alla necessità di una politica volta alla difesa del suolo, alla ristrutturazione dell’esistente e alla certificazione energetica?
«La Provincia di Torino è da tempo impegnata in campagne di sensibilizzazione sul problema. Convegni e iniziative pubbliche degli ultimi anni sono stati fonte di importante confronto per la Provincia di Torino, che ha proposto una sintesi all’interno del proprio strumento di pianificazione. Inoltre abbiamo recentemente presentato un progetto europeo che ha già superato il primo step presso la commissione giudicatrice per un vero e proprio piano di comunicazione e di sensibilizzazione sul problema del suolo in collaborazione con partner francesi, spagnoli e greci. Ora è necessario avviare una ulteriore fase di comunicazione diretta ai cittadini e non limitata solo agli addetti ai lavori. Occorre per questo usare tutti gli strumenti possibili, mobilitare il sistema degli enti locali, gli ordini degli architetti ed ingegneri proponendo un nuovo patto per la gestione sostenibile del territorio».

Ritiene che questa politica sia esportabile in altre Province e Regioni italiane?
«Assolutamente si! La stessa Regione Piemonte sta valutando di adottare la nostra procedura. Al momento, la provincia di Torino è capofila, perché non vi è alcuna altra realtà italiana in cui sia stata avviata una politica simile. Le procedure di misura del consumo di suolo si scontrano ancora con una metodologia e un’idea di consumo di suolo non codificata e uniformata sul territorio nazionale, ma la necessità di correre ai ripari è riconosciuta, sia dai mass media, che dalle amministrazioni. La modalità seguita dalla Provincia di Torino è semplice ed ha il pregio di essere una prima risposta concreta al problema; ogni Provincia e ogni Regione italiana fa i conti con il fenomeno e dovrà attuare una politica di regolamentazione del consumo di suolo».

2 commenti su “La Provincia di Torino mette un freno al consumo di suolo”

  1. “…il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento impedisce la costruzione di nuovi abitazioni e stabili su terreni vergini…”
    Mica si parla di tunnel!!!

    Scherzi a parte, SAITTA VERGOGNA!!!

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