L’Aquila: ripartire con meno rifiuti

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di Eleonora Anello

Sicuramente all’interno della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti italiana c’è un’iniziativa che merita una particolare attenzione: il progetto portato avanti dall’ASM de L’Aquila, città tristemente nota per il drammatico sisma del 6 aprile 2009.

«Abbiamo appreso all’ultimo momento dell’iniziativa europea» – afferma Sonia Fiucci, Responsabile Relazione Esterne di ASM Spa, l’azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti del capoluogo abruzzese – «ma volevamo dimostrare alla cittadinanza che non ruota tutto intorno all’emergenza terremoto anche per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. Certo, viviamo ancora una situazione che non può considerarsi normale, visto che su 70 mila abitanti, l’80% è ancora senza casa, riferendomi a chi ha scelto di stare sulla costa, chi nelle tendopoli e chi ancora sta iniziando a entrare nelle “casette”».

Ci racconti come è andata subito dopo il terremoto?
«Già dal giorno successivo, abbiamo posizionato i cassonetti della differenziata nelle tendopoli. Grazie alla collaborazione della Protezione Civile si differenziava già all’interno degli accampamenti, come in mensa ad esempio. In tutte queste operazioni siamo stati supportati dalle aziende di gestione dei rifiuti di Roma, delle Marche e di tante altre regioni. Noi degli uffici abbiamo lavorato nelle tende e abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e il più velocemente possibile. Abbiamo allestito poi 5 punti raccolta per i rifiuti ingombranti come gli elettrodomestici, l’arredamento e tanto altro… Insomma, tutto quello che avevamo non c’è più e va smaltito. Anche chi ha ancora una casa non possiede più niente di ciò che conteneva. È andato tutto distrutto. Così, per venire incontro anche a chi non riusciva a trasportare i propri rifiuti ai centri, abbiamo organizzato delle giornate ecologiche, una raccolta “mobile”, al fine di agevolare i cittadini e per evitare la formazione di discariche abusive. Stiamo ancora lavorando sulla differenziazione delle macerie. Parte dei nostri addetti suddividono il ferro dagli altri materiali e soprattutto dagli effetti personali che consegnamo alle forze dell’ordine».

Come è cambiata la comunicazione in campo ambientale dopo quel tragico evento?
«Bè, abbiamo riscontrato una significativa evoluzione. Durante le settimane immediatamente successive al sisma, le persone avevano bisogno di notizie in tempo reale. Quindi, anche se c’erano a disposizone la televisione e la stampa, si preferiva internet per i suoi aggiornamenti in tempo reale. Anche noi ci siamo serviti di questo mezzo per le nostre comunicazioni, non solo attraverso il nostro sito istituzionale. Dal web i cittadini potevano ad esempio monitorare la situazione dell’assegnazione delle case o dei sussidi. Ecco, più che di comunicazione c’e stata una forte necessità di informazione anche se siamo riusciti comunque a realizzare una campagna “tradizionale” con affissioni, spot tv e radio».

Come si inserisce la “Settimana” in questo contesto?
«Abbiamo voluto ripartire con i ragazzi. La scuola ci ha sempre chiesto interventi educativi nel settore ambientale e nello specifico nella riduzione dei rifiuti. Così abbiamo deciso di riprendere un discorso cominciato prima. Dopo una lezione formativa alla media Dante della città, abbiamo richiesto ai ragazzi di valutare la quantità di rifiuti che producono, anche perchè loro influenzano e non poco gli acquisti in famiglia. Partendo da questi dati elaboreremo delle regole che permetteranno di ridurre questo quantitativo. Apprese le tecniche, grazie alla collaborazione con un grande supermercato, i ragazzi andranno a loro volta a istruire gli acquirenti. Consigliando, ad esempio, le confezioni famiglia, che oltre a essere economicamente più convenienti hanno un minor imballaggio. Fino adesso i bambini hanno reagito in modo splendido, con entusiasmo e voglia di fare».

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