Ecoadv: comunicare sull’acqua… a impatto zero?

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di Eleonora Anello

Per le aziende che vogliono stupire i consumatori; per quelle sempre alla ricerca di spazi esclusivi e innovativi; per quelle a caccia di nuove forme di comunicazione, l’artista e performer Carlo Maria Maggia lancia Ecoadv, un mix tra arte ambientale e pubblicità “naturale”.

Il progetto-brevetto promette di rivoluzionare il mondo della comunicazione.
Da un lato, infatti, Maggia propone nuovi e inediti spazi pubblicitari in grado di attirare l’attenzione anche dell’individuo più distratto e avulso alla pubblicità, andando alla conquista di distese d’acqua come mari, fiumi, laghi ma anche di contesti acquatici più urbani come porti, fontane o addirittura… bicchieri d’acqua!
Dall’altro la sua comunicazione pretende di essere pienamente eco-compatibile.

Lavorando fogli ondulati ricavati dall’estrusione degli amidi di mais e totalmente biodegradabili in acqua, Maggia ha infatti pensato di realizzare sculture, installazioni e pubblicità, con una durata nel tempo pre-determinata, cioè fino al loro completo deterioramento: l’impatto “di fine campagna” sarà pari a zero, visto che risulteranno superflue le operazioni di smaltimento.

I materiali utilizzabili per creare i messaggi pubblicitari, oltre agli amidi di mais, possono essere molteplici: ad esempio tutti quelli di natura organica che si decompongono nel giro di pochi giorni e a basso costo, come ghiaccio o gelatine.

Envi.info ne parla direttamente con l’ideatore di Ecoadv, l’artista Carlo Maria Maggia.

Con Ecoadv c’è il tentativo di trasformare le sue performance di arte ambientale in uno strumento comunicativo a fini commerciali, lavorando su una frontiera che oggi è ancora de-brandizzata: l’acqua. Ce ne vuole parlare?
Il progetto parte da un’utopia artistica che sfocia in un fine sociale, ovvero ciò di cui sono alla ricerca io. Cerco di avvicinarmi all’arte al fine di migliorare il rapporto che intercorre tra uomo e natura. L’impiego pubblicitario non è certo la peculiarità di Ecoadv.

I punti di forza sono sicuramente la spettacolarità, l’effetto sorpresa e la possibilità di avere forme infinite. Ma la Natura apprezzerà? E’ veramente un modo di comunicare “ecologico”? O ci sono possibilità che tutto questo vada a minare l’equilibrio biologico dell’ambiente, della flora e della fauna, dando così vita a un effetto boomerang per lo stesso messaggio pubblicitario?
Assolutamente no. Dipende dalla quantità e dalle dimensioni del messaggio. I prodotti utilizzati sono 100% idrosolubili. Si può utilizzare anche il ghiaccio! Questo tipo di campagne rientrano pienamente nel ciclo biologico naturale, sarebbe come buttare del pane in acqua! Basta saper dosare la quantità.

Alla fine crede che ci siano reali possibilità di sviluppo per questa tecnica pubblicitaria oppure, una volta svanito l’effetto-sorpresa, si capirà che tutto era a sua volta una grande performance?
Non è preventivabile a priori che il progetto abbia successo. Posso dirle però con certezza che tutto il mondo sta andando incontro all’ambiente e alla sostenibilità e che se questa nuovo modo di fare pubblicità si diffonderà non sarà adottato sicuramente dalle multinazionali. L’unica obiezione che si può avanzare è il fatto che il logo, dopo un periodo predeterminato, si dissolve nell’acqua e a livello comunicativo può essere interpretato in modo negativo. Per il momento il progetto ha suscitato molto interesse per il fatto di essere precursore di una serie di iniziative che esploderanno in futuro.

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