Aiutami ad aggiustarlo! La community HelpToFix

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Di Francesca Davoli

Passaggi in auto condivisi, divani prestati a sconosciuti per dormire in casa propria, attività di volontariato nelle fattorie altrui… Se queste piattaforme funzionano, perché non esiste ancora una piattaforma leader nello scambio di riparazioni di oggetti? Incuriosita dalla community italiana di economia del dono, il cui tema centrale è la riparazione, la redazione di envi.info ha rivolto alcune domande ad Alessandro Zanzo e Matteo Sorrentino,  fondatori di HelpToFix

Chi siete e come è venuta l’idea di questo portale?

Siamo due amici che da anni hanno in comune la passione per la riparazione e il recupero degli oggetti.

Io (Alessandro) ho studiato Architettura approfondendo specificatamente il tema della contabilità ambientale applicato ad un edificio (Impronta Ecologica ed Embodied Energy). Matteo è invece un biologo che ha deciso di dedicarsi alla fotografia (naturalistica e non) ed alla realizzazione di siti web.

Entrambi “traffichiamo” da anni nella riparazione di computer, auto, moto, cellulari e, seguendo la logica del learning by doing, ci siamo trovati nel tempo ad avere sempre più esperienza e familiarità con le diverse tecnologie, riparando sia per noi che per i nostri amici.

L’idea di HelpToFix è nata quando un’amica di un’amica, per sdebitarsi di una riparazione su un pc, ha deciso di regalarmi due litri di olio. La cosa mi ha colpito più di quanto sarebbe potuto succedere se mi avesse pagato, ed ho pensato: se è andato bene a me, perché non dovrebbe andare bene ad altri?

Forse nell’era del web 3.0, dove ormai tanti dei servizi “del mondo reale” trovano contatto prima nel mondo “virtuale” dei siti web, siamo anche pronti ad affrontare temi come la riparazione, l’obsolescenza della tecnologia, la riduzione dei rifiuti con l’aiuto di una community come HelpToFix.

Potete riassumere per i nostri lettori le modalità di funzionamento della piattaforma?

HelpToFix si propone come luogo in cui è possibile trovare un aiuto per aggiustare tutti quegli oggetti di uso quotidiano che spesso diventano rifiuti perché mal funzionanti o rotti. Pubblicando sul sito una richiesta, si può entrare in contatto con utenti “riparatori” che, in cambio di un “dono”, ci ripareranno o ci insegneranno a riparare uno dei nostri beni. Il costo della riparazione è quindi limitato ai soli pezzi di ricambio, se ve ne sono, ed a ciò che si desidera barattare in cambio del lavoro richiesto.

Ogni utente dispone di una pagina personale nella quale può elencare le proprie  capacità e attitudini. Consultando i profili di altri utenti si può trovare chi, nella propria città, ha le competenze che possono essergli utili. Ogni interazione tra utenti prevede inoltre il rilascio di un feedback, strumento che agevola l’utente durante la fase di ricerca.

Il sito permette poi di contattare direttamente i “riparatori”, così da poter avere un aiuto anche nelle emergenze!

HelpToFix non vuole però essere un’alternativa alla riparazione professionale. Lo spirito dell’iniziativa è infatti quello di competere soprattutto con le discariche e i cestini dell’immondizia, offrendo una reale alternativa in tutti quei casi in cui la riparazione è più costosa del valore del bene.

Quali mete sperate di raggiungere?

Ci piacerebbe coinvolgere come riparatori della community sia utenti provenienti dal mondo amatoriale della riparazione, sia professionisti del settore. In tal modo potremmo avere una community in cui alle riparazioni, si affiancano anche uno scambio culturale e un’attività sociale che sono proprie di questo tipo di iniziativa.

Nei nostri sogni vediamo Helptofix diffondersi in qualche anno in Italia, ma ci piacerebbe anche vedere questa community attecchire in altri stati europei, che penso siano ormai maturi per questo tipo di iniziative.

Come comunicate la vostra piattaforma?

Attualmente comunichiamo soprattutto sui social network, pubblicando sia post in tema di riparazione e conseguenti benefici per l’ambiente, sia gli ultimi annunci e le riparazioni effettuate. Stiamo diffondendo inoltre qualche video su YouTube nei quali spieghiamo come effettuare qualche riparazione su oggetti di uso comune.

Nel mese di dicembre siamo stati ospitati del Brico Bar di via Baltea, e abbiamo preso parte al progetto Mira que barato (entrambe le iniziative si sono svolte a Torino), per l’evento “Un mercoledì da bulloni”, dove chi voleva poteva portare un oggetto rotto e ottenere una riparazione gratuita.

Per farci conoscere nella fase iniziale ci siamo appoggiati ai Gas (gruppi di acquisto solidale) e al buon vecchio passaparola che, anche in quest’era digitale, rimane forse il miglior sistema di comunicazione e promozione.

Quali sono le difficoltà che avete incontrato finora e cosa possono fare i lettori dell’articolo che condividono la vostra proposta per aiutarvi a superarle?

La nostra più grande difficoltà è al momento quella di espandere la community oltre alla crescita “fisiologica” ottenuta tramite amici ed amici di amici.

La popolarità è fondamentale per un sito come il nostro perché permette una crescita della community in termini di utenti, ma anche perché permette di vincere ogni forma di iniziale diffidenza per chi non ha mai utilizzato questo tipo di servizi. Se può funzionare un sito di auto condivisa, dove si sale in auto con perfetti sconosciuti, si può anche affidare il proprio cellulare da pochi euro a qualcuno conosciuto via internet. Il tutto sta nel rendere consueta e comune questa pratica.

Per cui invito tutti coloro che vogliono sostenerci in primis ad iscriversi, come riparatore e/o come utente, poi parlare di noi fino allo sfinimento, leggere e condividere tutto ciò che postiamo su ogni canale possibile, ma soprattutto provare ad utilizzare il sito e non smettere di credere in questo progetto, anche se all’inizio alcuni annunci non otterranno risposta!

E se ovviamente qualcuno dei lettori volesse aiutarci attivamente per la gestione del sito, per la comunicazione o per l’integrazione di nuovi servizi, siamo apertissimi a qualsiasi collaborazione!

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